Foto LaPresse/ Alfredo Falcone

Bandiera Bianca

Pubblicità nel mirino

Antonio Gurrado

In questi tempi bui di assalti armati al Campidoglio, una portabandiera che spara può ben terrorizzare il telespettatore sprovveduto

Aiuto. Posa col fucile sulle spalle, il berretto con la visiera, lo sguardo severo e deciso verso un bersaglio ignoto, lontano. La didascalia dice: “Ho una bandiera e una storia da difendere, colpo su colpo”. Sulla giubba porta il tricolore e il logo della marca dell’arma da fuoco. Stavo già per nascondermi terrorizzato sotto il tavolo quando mi sono accorto che no, non era la riedizione nostrana di uno dei patrioti dell’assalto al Campidoglio di Washington: era solo una pubblicità con la nostra portabandiera Jessica Rossi (specialità tiro a volo) sopra tutta la sfilza di sponsor dell’Italia Team.

 

Il telefonino, il supermercato, la pasta, il pollo, la compagnia assicurativa, la macchina, i vestiti, le merendine e il tonno, c’è da dedurre, tutti pronti a difendere colpo su colpo la bandiera e la storia? Aiuto. Con un tono del genere è già tanto che stamattina la nostra olimpionica non si sia messa a mirare alle avversarie straniere anziché ai piattelli. Eppure mi basterebbe qualcuno che difendesse una lingua: non dico l’italiano, martoriato dalla scelta di chiamarsi Italia Team, ma almeno l’inglese. Basta far notare che gli anglofoni mettono il sostantivo prima della nazione (Team USA, Team GB); non c’è nemmeno bisogno di sparare.

 

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