bandiera bianca

Perché potrebbe essere una cattiva idea buttare i porno dei vostri figli

Antonio Gurrado

In Michigan due genitori pagheranno trentamila dollari di risarcimento per aver svuotato l'archivio pornografico del loro ragazzo. Dicono di averlo fatto "per il suo bene". Ma non sempre le buone intenzioni sono un'attenuante

Un signore del Michigan – dico proprio un adulto, un quarantenne – ha vinto una causa di due anni contro i genitori che gli avevano buttato via tutto il porno accumulato nella sua cameretta. Poiché si trattava di una quantità preoccupante, quattordici scatoloni, il risarcimento è stato ingente, sopra i trentamila dollari.

La condanna pare sia stata decisa utilizzando come prova la mail in cui suo padre gli diceva di avergli fatto un favore, a gettare tutta quella robaccia. Credo sia il dettaglio fondamentale della vicenda, di là dagli aspetti pittoreschi se non pecorecci: la prova del misfatto risiede proprio nelle buone intenzioni, comunemente ritenute un’attenuante. Era ora che qualcuno giungesse a farci pagare tutto ciò che abbiamo fatto per il bene altrui, tutti i favori non richiesti e appiccicosi, tutte le presunzioni di saper vivere meglio degli altri, tutti i consigli sparsi a capocchia mentre ce ne stavamo al sicuro coi piedi caldi, tutte le spintarelle date per mandare qualcuno in una direzione che per noi sarebbe stata indifferente.

Se la sentenza del Michigan farà giurisprudenza globalmente, meglio preparare il portafogli. Quanto al caso specifico dei genitori, credo però che una ricompensa del genere fosse già prevista: si chiama eredità.

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