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Scusarsi per la cifra di una raccolta fondi è l'ultima malattia del pol.corr
Il caso della Women's March, che ha mandato un messaggio di scuse perché le donazioni medie (14,92 dollari) facevano implicito riferimento a "colonizzazione, conquista e genocidio"
Molto versata nella matematica, l’associazione americana Women’s March ha spedito una mail ai sostenitori per ringraziarli delle loro donazioni ammontate a una media di quattordici dollari e novantadue. Ancor più versata nella correttezza politica, la medesima associazione ha poi diramato un messaggio di scuse ai destinatari per avere fatto implicito riferimento a “colonizzazione, conquista e genocidio”. Talmente implicito che ci ho messo un po’ a capire che l’insidia si annidava nella media dei versamenti, che scaturisce nel fatale 1-4-9-2: numero di per sé colpevole, se ne deduce, al punto da risultare offensivo al solo scriverlo, al solo pensarlo, come un’involontaria parolaccia, come una formula magica assassina.
Noi europei siamo più fortunati: con identico quantitativo di denaro otteniamo tredici euro e ventotto, combinazione che tutt’al più richiama le incoronazioni di Lodovico il Bavaro e di Filippo VI di Valois, robetta. Certo, all’associazione americana sarebbe bastato arrotondare a quindici dollari per risolvere il problema alla radice, però in fondo è anche colpa sua: se avesse persuaso i sostenitori a essere un pochettino più generosi e a versare, via, magari una ventina di dollari ciascuno – che so una media di ventiquattro e ottanta, ventitré e trenta, anche solo ventuno e cinquanta – il risultato sarebbe stato al riparo da ogni critica. Avrebbe evocato un qualsiasi anno futuro in cui ci saremo dimenticati tutte le date storiche, a furia di non pronunciarle per timore che qualcuno si offenda.
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