bandiera bianca
Un equivoco di fondo sulla Dad
Si è legata a doppio filo la didattica a distanza al Covid, individuandola come misura d’emergenza, come un problema anziché come una possibile soluzione
C’è un equivoco di fondo sulla Dad, senza risolvere il quale non si verrà mai a capo delle giuste ragioni dei presidi che la richiedono e di quelle altrettanto giuste del ministro Bianchi che vuole scongiurarla. Ed è questo: si è legata a doppio filo la Dad al Covid, a partire dalle raffazzonate contromisure del 2020, individuandola tout court come didattica d’emergenza, come problema anziché soluzione.
Ad esempio, se c’è lo sciopero dei mezzi pubblici, uno studente che resta appiedato può connettersi alle lezioni tramite Dad? No, perché la non ha il Covid né è contatto stretto in isolamento. Se uno studente si becca un malanno che gli impedisce di uscire di casa ma lo lascia lucido abbastanza da seguire delle spiegazioni, può connettersi alle lezioni tramite Dad? No, a meno che non abbia il Covid: altrimenti deve passare la mattinata a guardare la tv o a compulsare i social. E se invece uno studente viene portato in una città diversa da quella della scuola per causa di forza maggiore, che so, il funerale di un parente? Avete indovinato; o Dad causa Covid o assenza.
Di là dal fatto che è impossibile spiegare ai ragazzi la sensatezza di questa distinzione, per il semplice fatto che non è sensata, resta la scelta draconiana fra il non correre rischi ricorrendo alla Dad, ma allora vuol dire che stiamo cedendo terreno al Covid, e il non ricorrere alla Dad correndo qualche rischio, per dimostrare che non stiamo cedendo terreno al Covid. Come sempre nel mondo della didattica, il dibattito ha puro valore simbolico, è tutto un piantar bandierine; la realtà come sempre è trascurabile, alla fine studenti e insegnanti in qualche modo se la cavano.
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