bandiera bianca
Il caso Estetista Cinica spiegato con Karl Marx
La disavventura dei buoni sconto decuplicati per errore sul sito dell'influencer e imprenditrice bresciana Cristina Fogazzi, analizzata con il pensiero economico del filosofo ottocentesco
L’Estetista Cinica mi sta simpatica, quindi spero si risolva presto la disavventura dei buoni sconto decuplicati sul suo sito. A seguito di un errore materiale, a ciascuno di questi buoni – i cosiddetti punti fagiana che si accumulano acquistando online i suoi prodotti – è stato attribuito un valore di 50 anziché 5 centesimi, col rischio di perderne a milionate e fallire.
Il motivo per cui tutti, perfino io, ci siamo appassionati alla vicenda è che mostra in atto un modello economico differente dai due fondamentali individuati da Marx: sia quello MDM’, un’economia di sussistenza in cui cedo della merce in ambio di denaro o altro oggetto di scambio allo scopo di procurarmi altra merce; sia quello DMD’, un’economia capitalistica in cui investo del denaro per produrre merce che mi faccia ottenere altro denaro. Con la storia dell’Estetista Cinica abbiamo toccato con mano un sistema MFM’: compro della merce onde ottenere dei punti fagiana che mi assicurano altra merce.
La caratteristica dei punti fagiana sembra essere di creare valore, come è diventato macroscopico a seguito dell’errore coi decimali nella conversione in euro. E perché creano valore? Perché, come in qualsiasi transazione o interazione online, in cambio della merce (un cosmetico in questo caso ma altrove un video buffo, del gossip, un contatto umano) produciamo dei dati. L’irritazione, che spero contenuta, nei confronti dell’Estetista Cinica non è dovuta al mancato sconto in sé ma al fatto che nel crollo dei punti fagiana i clienti hanno istintivamente avvertito una svalutazione dei dati che producevano. Ossia, in termini ottocenteschi, del proprio lavoro.