bandiera bianca
E se il problema della scuola italiana fossero gli studenti?
Vanno avanti da mesi gli scioperi contro la Didattica a distanza, l'esame di maturità e l'alternanza scuola/lavoro. Se solo i professori avessero più voce in capitolo
Abbondano i motivi che stanno inducendo gli adolescenti a occupare i licei. Tanto per cominciare, l’estrema severità dell’esame di Stato, che viene superato solo dal 99,7 o talvolta dal 99,8% dei candidati. Poi l’alternanza scuola/lavoro, che continua a costituire un problema insormontabile pur essendo stata abolita tre anni fa: adesso si è trasformata in Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, maiuscole testuali, che non di rado si risolvono in una gita di classe di cui gli alunni mostrano le diapositive come parte integrativa dell’esame di Stato, vedi sopra.
Quindi, la necessità di interrompere il regolare corso delle lezioni per protestare contro la didattica a distanza che negli scorsi due anni ha interrotto il regolare corso delle lezioni. Fra tutti questi motivi – sintetizzabili nella sensata considerazione che gli adolescenti occupano i licei perché sono adolescenti – spicca inedito quello avanzato da alcuni alunni del liceo Parini, di cui leggo sul Corriere: “Ci sono insegnanti che non vanno oltre il 7 o l’8”, spiegano. Ecco, questa è una motivazione che mi dà da pensare. Chissà cosa accadrebbe se i prof proclamassero uno sciopero e, intervistati sulle motivazioni, dichiarassero ai giornali: “È perché ci sono degli studenti che non vanno oltre il 5 o il 6”.