Bandiera Bianca

Il pacifismo radiofonico non ferma la guerra

Antonio Gurrado

Centocinquanta emittenti radiofoniche europee hanno trasmesso in simultanea “Give peace a chance” di John Lennon

Timmy Leary, Tommy Smothers, Tommy Cooper, Derek Taylor: presumo che le centocinquanta emittenti radiofoniche europee, che stamane hanno trasmesso in simultanea “Give peace a chance” di John Lennon per fermare la guerra in Ucraina, abbiano piena contezza di chi siano questi nomi che vengono sciorinati nel testo. Io, a parte un vago ricordo di Derek Taylor come capo ufficio stampa dei Beatles, ho dovuto affidarmi a Wikipedia: Timmy Leary era un propugnatore delle droghe psichedeliche, Tommy Smothers un comico, Tommy Cooper un prestigiatore, deduco all’epoca tutti contrari alla guerra in Vietnam. Ora, utilizzare come esortazione morale le canzoni di Lennon senza leggerne il testo è un’inveterata abitudine europea: pensate a quando l’università cattolica di Lovanio, contro il terrorismo, aveva fatto risuonare dal campanile le note di “Imagine”, compreso il verso che invita a immaginare un mondo senza religioni. Qui siamo forse ancora oltre: quelli di “Give peace a chance” sono versi nonsense scritti forse per implicare l’insensatezza della guerra, forse per dare una patina eccentrica anche all’impegno pacifista, di sicuro messi lì per ragioni metriche in piena trance creativa. Come Timmy Leary, Tommy Smothers, Tommy Cooper, Derek Taylor possano fermare la guerra in Ucraina non mi è chiarissimo, idem le strofe con “bagism, sagism, dragism, madism”, “ministers, sinisters, banisters, canisters”, “revolution, evolution, masturbation, flagellation”; a meno che i russi non abbiano preso la trasmissione delle centocinquanta emittenti come messaggio cifrato e si siano messi lì a decrittarlo. Anziché capire che questo pacifismo radiofonico è solo prestidigitazione, involontaria comicità, per certi versi psichedelia.

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