Bandiera bianca
Smollett va in prigione per essere l'aguzzino di se stesso. Cosa non si farebbe per il successo
Oggi passare per vittima è la migliore scorciatoia verso la celebrità. Tanto che l'attore statunitense per attirare un po' di attenzione su di sé ha pagato due tizi perché lo insultassero e malmenassero in quanto nero e omosessuale
Forse vi ricorderete di Jussie Smollett per alcuni film come “Marcia per la libertà” e “Stoffa da campioni”. Io no. Fatto sta che Jussie Smollett è stato condannato a cinque mesi di galera per omofobia e razzismo o, meglio, per aver simulato omofobia e razzismo nei propri stessi confronti. Secondo la ricostruzione messa agli atti, Jussie Smollett aveva pagato due tizi perché lo insultassero e lo malmenassero in quanto nero e omosessuale. Se le sentenze servono a dire qualcosa che va oltre il caso specifico su cui si esprimono, questa è particolarmente istruttiva.
Il giudice infatti ha stabilito che la truffa di Jussie Smollett ha costituito un danno per chi è effettivamente vittima di discriminazione, in quanto ha sottratto energie e soldi dello Stato dall’intervento in casi più gravi. Pensateci la prossima volta che un’ondata di paranoia vittimista farà strillare tutti di aver subito questa o quella assurda microaggressione campata in aria. Inoltre, il giudice ha stabilito che Smollett ha inscenato l’aggressione per richiamare su di sé l’attenzione di media e fan piuttosto tiepidi nei suoi confronti. È la certificazione definitiva del fatto che viviamo in un’epoca in cui passare per vittime è la principale scorciatoia verso la celebrità.