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C'è chi non distingue più tra rappresentanza politica e rappresentazione della realtà
Un sondaggio Ipsos dice che gli elettori di tutti gli schieramenti sono convinti che a Palermo vincerà il loro candidato. Un'allucinazione collettiva per cui un'opinione personale diventa oggettiva
Trovo molto significativo il sondaggio Ipsos sulle comunali di Palermo; non perché m’importi alcunché delle comunali di Palermo ma perché, come spesso accade, la Sicilia riesce a ingrandire in maniera rutilante e barocca le pieghe più nascoste dell’anima nazionale. E dal sondaggio emerge questo: che l’elettorato di centrodestra è convinto che vincerà il candidato di centrodestra (il sondaggio lo accredita del 40%); l’elettorato di centrosinistra è convinto che vincerà il candidato di centrosinistra (il sondaggio lo dà al 37%); l’elettorato centrista è convinto che vincerà il candidato centrista (assestato intorno al 10%); mentre l’elettorato delle liste civiche, che tutt’al più lambiscono il 5%, è convinto che vinceranno i candidati delle liste civiche.
“Io sono colei che mi si crede”, diceva la protagonista di “Così è (se vi pare)”, e altrettanto sembra dire la politica in questo sondaggio dall’allure pirandelliana. Una cosa è essere convinti delle idee del proprio candidato, altra è essere convinti della sua vittoria; non credo che quarant’anni fa gli elettori del Pli o del Psdi si aspettassero che i rispettivi partiti riscotessero maggioranze bulgare. A un certo punto però dev’essere intervenuta un’allucinazione collettiva tale per cui, se uno ha un’opinione, essa diventa per ciò stesso oggettiva; se sostengo un candidato è perché sono convinto che vincerà, e se sono convinto che vincerà è perché lo sostengo io. Tutti i nostri problemi con la rappresentanza (politica) derivano da un problema di rappresentazione (della realtà).
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