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Che cosa non torna in Ms Marvel, la (non così) nuova supereroina musulmana di Disney+
Dal supereroe nero a quello gay, ultimamente la Marvel sta dando molto spazio a protagonisti che appartengono a minoranze. Ed è una scelta singolare poiché, per quanto affollato possa essere l’universo dei fumetti, i supereroi restano minoranza per definizione
Arriva oggi su Disney+ la serie su Ms Marvel ed è subito svolta: la protagonista infatti è una supereroina musulmana. In realtà la svolta è così così, mi assicurano persone che se ne intendono, poiché il personaggio di Ms Marvel risale al 1977 e la sua identità musulmana – è Kamala Khan, una sedicenne di origine pakistana capace di allungarsi o restringersi a piacimento mentre si barcamena fra famiglia tradizionalista e società permissiva – è stata svelata nove anni fa. Fatto sta che ce ne siamo accorti solo adesso, quindi i giornali fanno gran titoli sul nuovo immaginario inclusivo di fumetti e derivati.
Ultimamente in effetti la Marvel sta dando molto spazio a protagonisti che appartengono a minoranze: c’è stato il supereroe nero, quello cinese, quello gay, quello sordo… Ed è una scelta singolare poiché, per quanto affollato possa essere l’universo Marvel, i supereroi restano minoranza per definizione. Certo, si può capire lo sforzo di creare supereroi che appartengano a minoranze etniche o lgbt, si può spingere la fantasia fino a immaginare la necessità di un supereroe sordo, ma resta il mistero di come faccia un supereroe a essere musulmano. In materia di religione, infatti, se qualcuno è dotato di superpoteri ha due strade davanti a sé: o nietzscheanamente le rifiuta tutte oppure, e forse gli conviene, ne fonda una nuova lui.
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Le incoronazioni costano, scandalizzarsi no
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