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Bandiera bianca

Gli effetti speciali che mancano alla Nazionale

Antonio Gurrado

Ormai la tv cambia virtualmente le diciture dei cartelloni degli stadi, aggiunge un sottofondo di tifo alle partite, popola spalti deserti di pixel multicolori. Ecco ieri sera contro la Germania, all'Italia sarebbe servita una tecnologia del genere. Forse avremmo vinto 2-0

Che gentili questi tedeschi – mi dicevo ieri, prima della goleada – a lasciare che i cartelloni a bordocampo vengano destinati in parte alla réclame di aziende nostrane, Eni, Poste Italiane, le figurine Panini. Salvo poi, grazie a un repentino cambio di inquadratura, notare che in realtà i cartelloni erano tutti diversi e recavano scritto Strauss, Ergo, Würth. Mi sono ricordato allora che da qualche tempo la Rai, con un machiavello grafico, nelle inquadrature dall’alto mostra anche in trasferta cartelloni con gli sponsor della nazionale. I quali tuttavia non ci sono; ma in fondo è poca roba modificare la realtà in cambio di un ritorno economico.

E pazienza se un tempo, da ragazzo, aspettavo di guardare le partite all’estero anche per venire a contatto con un contesto diverso e non abituale, sponsor dai nomi turcheschi, lingue ingarbugliate, marchi misteriosi che spingevano a cercare di capire la realtà o, quanto meno, ad accorgersene. A un certo punto – non solo nel calcio – dev’essere stato deciso che invece la realtà non è adatta a noi, è poco conveniente e potenzialmente traumatica. Pertanto ora si cambiano virtualmente le diciture dei cartelloni, ora si aggiunge un sottofondo di tifo alle partite a porte chiuse, ora si popolano spalti deserti di pixel multicolori. Peccato che ieri non fosse ancora stata messa a punto una tecnologia capace di creare un artificiale effetto ottico per cui tutti i tiri della Germania sembrassero finire fuori. L’Italia avrebbe vinto 2-0 e saremmo molto più soddisfatti.

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