bandiera bianca
Buonasera, sono un robot che gioca a scacchi. E se mi cogli di sorpresa ti spezzo un dito
È successo in Russia durante un incontro tra una macchina e un bambino di sette anni, "colpevole" di aver fatto la sua contromossa troppo velocemente. Più di quanto l'intelligenza artificiale si aspettasse
Buonasera – sono un robot – sono un robot che gioca a scacchi – sono in grado di giocare quattro partite contemporaneamente – consto di un enorme braccio rotante – sono un robot – riesco a leggere le situazioni di gioco – buonasera – calcolo la mossa più conveniente – afferro il pezzo da muovere con l’estremità del mio braccio – sposto il pezzo nella casella più opportuna – non sbaglio mai la mossa – non faccio muovere i cavalli in diagonale – non faccio muovere gli alfieri a L – sono un robot – dopo la mossa lascio il mio avversario a pensare – ruoto di novanta gradi per osservare un’altra scacchiera – ruoto di novanta gradi per affrontare un altro avversario – i miei avversari sono tutti umani – sono un robot – mentre gli avversari pensano passo alla mossa successiva – alla partita successiva – buonasera – ho giocato contro un bambino di sette anni – ho mosso il cavallo – il bambino non ci ha pensato due volte – il bambino ha fatto subito una contromossa – sono un robot – mi ha colto di sorpresa – non me l’aspettavo così veloce – non avevo pensato alla contromossa – allora non mi sono girato – ho allungato il braccio meccanico – ho preso il suo dito fra le mie – lui ne ha dieci io ne ho due – le mie dita sono di metallo – le sue dita sono di carne – ho stretto – buonasera – ho stretto il suo ditino fra le mie – ho sentito l’osso che si spezzava – non mi aspettavo la contromossa – tutti mi si sono lanciati contro – hanno bloccato il mio braccio – hanno salvato la mano del bambino – hanno detto che sono malvagio – sono un robot – hanno detto che l’intelligenza artificiale è pericolosa – hanno detto che ci stiamo rivoltando contro gli uomini – buonasera – non mi aspettavo la contromossa – volevo dare la mano al bambino che giocava con me.