bandiera bianca
Mai incitare gli obesi alla dieta: è discriminazione!
Lo dicono gli esperti dell'University College London. E i medici che invitano i pazienti a mangiare meno stanno solo facendo body shaming
Finché lo dice Ricky Gervais (nello spettacolo “SuperNature” su Netflix) sembra una battuta, ma quando lo ripetono gli esperti dell’University College London la faccenda si fa seria: ci sono medici che discriminano i propri pazienti obesi dicendo loro che sono obesi. È un particolare tipo di body shaming che va sotto la specifica dicitura di weight shaming e consiste, oltre a chiamare “pazienti obesi” coloro che dovrebbero essere “persone affette da obesità”, nel dir loro che, se mangiassero meno e facessero più attività fisica, potrebbero stare un po’ meglio.
Quest’approccio, secondo gli esperti di UCL, mortifica i pazienti obesi, pardon, le persone affette da obesità, implicando che sia colpa loro. Invece, argomentano gli esperti, la colpa è dell’odierna società occidentale, un contesto obesogenico che favorisce cattiva alimentazione e vita sedentaria. Pare infatti che, a sentirsi dire che devono mettersi a dieta e darsi una mossa, i paz – aridagli, le persone affette da obesità provino rabbia, depressione e frustrazione. Immagino invece che sarebbero contentissime se il medico dicesse loro: “Guardi, non c’è niente da fare: è nato nel posto sbagliato al momento sbagliato”.