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Siamo uomini o gamberetti
Spuntano qua e là, bordati di nero, manifesti mortuari che annunciano la scomparsa di alcune specie animali. È un’iniziativa in vista dello sciopero per il clima in programma il 23 settembre
Spuntano qua e là, bordati di nero, manifesti mortuari che annunciano la scomparsa del Cambarellus chihuahuae, una specie di gambero estinto a causa dell’inquinamento. O del Megupsilon aporus, pesce venuto a mancare all’affetto dei suoi cari per lo sfruttamento delle acque sorgive del suo habitat in Messico. O del Chelonoidis abingdonii, un tartarugone morto di solitudine nelle Galápagos. Si tratta di un’iniziativa molto intelligente in vista dello sciopero per il clima in programma il 23 settembre: le lugubri affissioni vengono piazzate anche sugli spazi riservati ai manifesti mortuari dei cristiani, creando un imprevedibile attrito. Infatti, a vederli, si è inevitabilmente indotti a riflettere.
E si pensa questo: se si estinguesse l’Homo sapiens sapiens, anziché accontentarci di un volantino in bianco e nero non pretenderemmo qualcosa in più rispetto a quel che si meritano un gambero, un pesce e una tartaruga depressa? Evidentemente sì. Inoltre, su quelle tristi bacheche municipali, abitualmente trovano spazio specifici individui con nome e cognome, al centro di legami e affetti o almeno di interessi; ce ne frega qualcosa invece di sospirare e spargere lacrime generiche per il Cambarellus chihuahuae, il Megupsilon aporus e il Chelonoidis abingdonii in assoluto? Evidentemente no.
Sono proprio queste riflessioni indotte a rendere oltremodo intelligente la provocatoria iniziativa, dimostrandoci sin d’ora che il 23 settembre potremo tranquillamente pensare ad altro.
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