bandiera bianca
La strada di Elisabetta
Siete sicuri che sia davvero una discrepanza quella fra un Regno Unito pluralista in materia di religione e il solido cristianesimo delle esequie regie?
Perfino il sempre acuto Jonathan Freedland sottolinea la discrepanza fra un Regno Unito pluralista in materia di religione e il solido cristianesimo delle esequie regie: l’abbazia, i brani del Nuovo Testamento, gli inni sacri, la croce che sormonta il globo, il Book of Common Prayer… Ma siamo sicuri che sia un’incongruenza? In fondo la religione copre simultaneamente un ruolo privato e pubblico. Dal versante privato, non c’è dubbio che la Regina fosse cristiana – e in modo sincero, a leggerne i discorsi – quindi non vedo ragione per cui avrebbe dovuto invece ricevere un funerale animista o pastafariano. Dal versante pubblico, la Regina in quanto tale è difensore della fede, ossia capo non spirituale della Chiesa d’Inghilterra, quindi è giusto e ordinato che secondo quella tradizione sia stata seppellita. Sono passati quasi trecento anni da che Voltaire scrisse che “in Inghilterra ci sono almeno trenta religioni, e ognuno va in cielo dalla strada che preferisce”. Non vedo cosa debba essere diverso adesso: una nazione sempre più multifaith non dovrebbe consentire a chiunque il funerale più vicino al proprio cuore, foss’anche cristiano? A meno che in questi tre secoli la tolleranza non abbia fatto tali progressi che oggi, se uno vuole andare in cielo, debba andarci dalla strada che preferiscono gli altri.