Bandiera Bianca

I meloni di Meloni: un gioco di specchi infinito

Antonio Gurrado

Votatemi perché sono io, simbolo dell’oggetto stesso che vi mostro. Sembra sottintendere questo la leader di Fratelli d'Italia nel video pubblicato prima delle elezioni. Una mise en abîme tautologica che indica come degno di voto un candidato in quanto sé stesso

Sono passati due giorni ma ancora stento a riavermi dal video di Giorgia Meloni coi meloni, quello in cui al mattino del 25 settembre s’è mostrata su TikTok porgendo i due cucurbitacei all’altezza del petto e facendo l’occhiolino mentre dice: “Ho detto tutto”. Qualcuno ha protestato perché ha rotto il silenzio elettorale, mah, qualcun altro ha sottolineato che per la prima volta l’Italia sta per essere governata da una donna e questa si presenta con, vabbe’, ci siamo capiti.

 

La mia ragione di sconcerto sta invece nel fatto che, in quei pochi secondi, il video mostra il precipitato di ogni campagna elettorale. È una mise en abîme tautologica che indica come degno di voto un candidato in quanto sé stesso, allo stesso modo in cui i meloni rappresentano la Meloni, la quale facendo l’occhiolino sottintende: votatemi perché sono io, ipostatizzata nell’oggetto che vi mostro a mo’ di significante mitico, per ricordarvi che il soggetto sono io, simbolo dell’oggetto stesso che vi mostro, in un gioco di specchi infinito.

 

Certo se, anziché mostrare i meloni, su TikTolk la Meloni avesse detto “significante mitico” e “ipostatizzata”, avrebbe preso molti meno voti. Comunque più di tutti quelli che in campagna elettorale si son presentati senza meloni, chiedendo voti soltanto perché loro non erano lei. E ho detto tutto.

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