Bandiera Bianca
Il fascismo è negli occhi di chi guarda
La vittoria della Meloni e quello strano ragionamento per cui i risultati elettorali non sarebbero un effetto del voto, ma la sua causa
Non so se il fascismo sia un pietoso rudere, come scriveva Pasolini ormai quarant’anni fa. So però che, qualsiasi cosa accada nelle settimane a venire, già sono pronti i monitori democratici a rimproverare a Giorgia Meloni di avere riportato il fascismo nel Belpaese. Curioso ragionamento, che ritiene i risultati delle elezioni causa e non effetto del sentimento degli italiani. In realtà è altamente probabile che nei prossimi mesi ci saranno in Italia più atti di violenza e volgarità, ma sarà perché l’Italia è di per sé una nazione volgare e violenta, non a causa dei risultati delle urne.
Inoltre quest’accusa aprioristica alla Meloni non sembra tener conto della ricostruzione dell’inventore dell’ideologia stessa: Mussolini sosteneva infatti di avere estratto il fascismo dagli italiani anziché di averglielo insegnato. Nel fascismo è infatti facile scorgere la proiezione deforme di tre aspetti del carattere nazionale. Primo, la corsa al soccorso del vincitore, un pecorismo opportunista che nelle elezioni degli ultimi anni ha soffiato fortissimo spostando una maggioranza informe da un partito all’altro, secondo l’aria che tirava. Poi, un talento non comune nell’accanimento sul più debole, camuffato sempre da esercizio di astratta giustizia, sia per vendetta (pensate a un Traini, che spara per vendicare un caso di cronaca orecchiato in tv) sia per liturgia (pensate ai “non si può fare” e agli “ho le mani legate” che vengono opposti a chi si trovi nella necessità di implorare qualcosa a uno sportello).
Infine, c’è la sempreverde propensione a considerare sopruso ingiustificabile ogni circostanza in cui sbattiamo la faccia contro la realtà: ciò valeva negli anni Trenta per le sanzioni inglesi come oggi vale quando prendiamo una multa per divieto di sosta oppure, che so, quando le elezioni le vince qualcun altro. Ed è quest’ultimo aspetto del carattere nazionale quello che i monitori democratici fanno più fatica a vedere, perché è troppo vicino.
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La vittoria di Meloni (Simona, non Giorgia) e le parole magiche
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