Bandiera Bianca
Una laurea humoris causa a Cristiano Militello
La vicenda potrebbe suggerire, per gli anni futuri, di iniziare ad assegnare onoreficenze a intellettuali italiani che abbiano saputo dimostrare, oltre al resto, che la cultura non è solo patimento, ma anche divertimento
Questa settimana alla Bocconi è stata assegnata la prima laurea humoris causa: il felicitato è Cristiano Militello, l’inviato negli stadi di Striscia la Notizia. L’idea della laurea humoris causa era venuta a Nanni Svampa, il grande comico milanese che ha dovuto aspettare solo cinque anni dopo la morte per vederla realizzata; a riprova che, in Italia, la comicità non viene ritenuta una cosa seria. Il premio viene conferito a un laureato (Militello ha studiato Scienze politiche) che, nel prosieguo della carriera, abbia cambiato strada diventando comico di successo; a riprova che, in Italia, conviene non ritenere una cosa seria nemmeno la laurea.
L’iniziativa è buona ma propongo una miglioria per il futuro. Siamo una nazione che confonde sovente prosopopea e competenza: gli esperti temono che le scalfiture dell’ironia possano privarli di credibilità e la gente è superstiziosamente convinta che, se uno si mostra saccente e sentenzioso, dev’essere dotto per forza. In Francia, in Inghilterra, sanno da secoli che non è così; hanno avuto Voltaire, hanno avuto Bertrand Russell, hanno capito che la cultura non è penitenza quindi può essere anche divertimento. Potrebbe esserci utile assegnare le prossime lauree humoris causa a intellettuali italiani – scienziati, giuristi, filosofi, eccetera – che si siano dimostrati capaci di farci ridere. Volontariamente.
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