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Perché i girasoli di Van Gogh sono più importanti dei girasoli veri
Va bene preservare la natura. Ma fare a meno dell'opera dell'uomo significa non rendersi neppure conto della bellezza della stessa
A maggior ragione ora che ci stiamo già annoiando degli attivisti che lanciano zuppe nei musei, trovo molto interessante e forse decisivo il quesito posto da un titolo del Guardian: sono più importanti i girasoli di Van Gogh o quelli veri? Il riferimento è all’azione dimostrativa degli ambientalisti che hanno imbrattato il vetro del celebre quadro alla National Gallery; purtroppo, leggendo l’articolo, emerge che la domanda è retorica. Io invece me la sono posta sul serio, traendo dal ragionamento interessanti conclusioni. Dunque, calculemus. Qual è la differenza fra i girasoli veri e quelli di Van Gogh? I primi esistono in natura, i secondi sono prodotti dall’uomo. In che modo i primi possono risultare importanti? In quanto parte di un contesto biologico privo di valore di per sé ma che l’occhio dell’uomo è in grado di riconoscere come utili e belli.
In che modo possono invece essere importanti quelli di Van Gogh? In quanto testimonianza della capacità dell’uomo di elevarsi al di sopra della natura, comprendendola, riproducendola e piegandola ai propri fini (foss’anche solo estetici). Cosa sarebbe l’uomo se fosse privo di questa caratteristica? Una qualsiasi, e piuttosto trascurabile, di infinite specie animali. Cosa sarebbe un mondo senza girasoli veri ma solo con girasoli di Van Gogh, ossia opere d’arte? Un mondo in cui viene preservata la caratteristica saliente dell’uomo. Cosa sarebbe un mondo privo di girasoli di Van Gogh, ossia opere d’arte, ma solo con quelli veri? Un mondo in cui l’uomo, ridotto ad animale, non si accorgerebbe nemmeno della bellezza dei girasoli veri che, essendogli totalmente indifferenti, non avrebbero più nessuna importanza e diventerebbero inutili.
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