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bandiera bianca

Cari studenti, se andate a vedere il film "La stranezza" fatelo da soli

Antonio Gurrado

La pretesa che un prodotto artistico, oltre che bello, debba essere anche istruttivo è il principale cancro della cultura in Italia. Ragioni per ribellarsi a una visione collettiva dell'opera di Roberto Andò

Non vedo l’ora di andare a guardare il film su Pirandello di Roberto Andò, però da solo, in un cinema semideserto. Lo specifico avendo letto che “La stranezza” è stato prodotto pensando – racconta la genesi di “Sei personaggi in cerca d’autore” – anche e soprattutto alle proiezioni per scolaresche. Se vado a vederlo, corro dunque il rischio di ritrovarmi in una sala infestata da frotte di ragazzini che si distraggono, chiacchierano, mangiano, si tocchicciano, sbirciano lo smartphone, vengono rimproverati dai prof e magari battono le mani alla fine della proiezione. La pretesa che un prodotto artistico, oltre che bello, debba essere anche istruttivo è forse il principale cancro della cultura in Italia. La somministrazione didattica di un film, di uno spettacolo teatrale, di un concerto o di una mostra è la principale causa della disaffezione dell’italiano medio per la cultura, vista sempre come imposizione, obbligo, corvée da sfangare alla bell’e meglio o seccatura da cui fuggire a gambe levate.

 

Si basa inoltre su due paralogismi. Il primo è che la cultura sia necessaria all’elevazione delle masse e che questo procedimento si ingeneri attraverso la fruizione coatta, con i ragazzi legati alle poltroncine e a occhi spalancati da una morsa, come in “Arancia meccanica”. Il secondo è che l’arte colpisca in modo orizzontale e indiscriminato, tutti alla stessa maniera, ragion per cui tutti gli alunni di una classe o di un istituto possono essere sottoposti alla visione il giorno tot all’ora tot; quando invece la fruizione di ciò che è bello e interessante è l’attività individuale e libera per eccellenza.

Funziona solo quando – in cerca di sollievo, conforto e emozione – il nostro animo riesce a incontrare davvero ciò che abbiamo scelto. Per questo, e non solo perché voglio guardare il film in santa pace, lancio un appello agli studenti: quando vorranno portarvi al cinema, restate a casa vostra o a scuola. Andate alla proiezione successiva, per conto vostro, di nascosto.

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