bandiera bianca
Benedetto XVI ci ha riconciliati col fluire della storia
Ratzinger non è stato conservatore in quanto retrivo, è stato conservatore perché ci ha fatto avvertire la continua vicinanza del passato
Aggiungo il mio granello di sabbia al cumulo di elogi altrui, dicendo che fra i pregi di Benedetto XVI ravviso l’averci riconciliati col fluire della storia.
In un’epoca che tutto vive e giudica secondo il capriccio dell’istante, ascendendo al soglio Ratzinger si è dato il nome di un Papa di cent’anni prima, nonostante che il popolo chiedesse a gran voce un Giovanni Paolo III; ha ripescato nelle uscite pubbliche il camauro che eravamo abituati a vedere nei quadri settecenteschi; con un motu proprio ha ridato respiro alla messa tridentina, spiegando che l’essere caduta in disuso non la rendeva di per sé illegale; col discorso di Ratisbona ci ha fatto prendere confidenza con Manuele II Paleologo, determinando ancora oggi l’apparizione in dibattiti e corsivi del nome di questo vetusto imperatore bizantino.
Non è stato conservatore in quanto retrivo, è stato conservatore perché ci ha fatto avvertire la continua vicinanza del passato; ha dissolto la miopia delle masse nel placido scorrere dei secoli, ricordandoci che siamo parte di un percorso che arriva da lontanissimo e che lontanissimo finirà, fuori dalla gittata del nostro sguardo. Ci ha tolto il peso della modernità a tutti i costi ampliando l’orizzonte verso l’eternità: non è consolante? Non è già abbastanza per essergli grati?