(foto Ansa)

Bandiera Bianca

Partito Repubblicano o Conservatore? Un'idea della sinistra

Antonio Gurrado

Quel che non convince di un soggetto unitario del centrodestra italiano è che imita una delle tendenze degli ultimi anni del campo progressista: importare modelli politici dall'estero sperando funzionino

Finalmente ho capito cosa non mi convince del nuovo progetto di partitone unico di centrodestra. Non il fatto che vogliano chiamarlo Partito Conservatore, come i Tory britannici che a dire il vero navigano in acque piuttosto agitate, fra una Liz Truss incapace di governare per più di un mesetto e un Matt Hancock che, dopo essere stato ministro della sanità, molla tutto e va a mangiare peni di canguro all’Isola dei famosi. Non il fatto che si pensi invece di chiamarlo Partito Repubblicano, come il Gop americano in perenne crisi d’identità, lacerato fra trumpiani che accusano i moderati di non essere veri repubblicani e i sani di mente che non sanno se tentare la scalata interna alla disperata oppure andarsene lasciando duecentocinquant’anni di storia nelle mani di un solipsista al tramonto.

 

No, a non convincermi è che quest’operazione è già stata tentata e accantonata più e più volte: vi ricordate di quando Obama aveva vinto le elezioni e allora si era sentita l’esigenza di un partito obamiano d’Italia? Vi ricordate di quando aveva vinto Zapatero (davvero vi ricordate di Zapatero?) e allora era tutto un fiorire di “Viva Zapatero!” alle nostre latitudini? Vi ricordate di quando governava Jospin e allora si avvertì l’improvvisa urgenza di importare da questo lato delle Alpi le trentacinque ore? Ecco, a non convincermi del nuovo progetto di partitone unico del centrodestra, che sia Partito Conservatore o Partito Repubblicano, è che la rincorsa fatua a modelli stranieri a capocchia è una pratica politica tipicamente di sinistra.