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"Dante era di destra". Sicuri sia stata solo una boutade?
Tre dubbi a proposito delle dispute dantesche emerse dall'ultimo weekend a causa delle affermazioni del ministro Sangiuliano
Tre cose intorno al cor non mi sono chiare su questo weekend di dispute dantesche. Anzitutto, se la boutade del ministro Sangiuliano fosse davvero una tale corbelleria, visto che con una frasettina alla scordata ha causato lenzuolate di commenti e precisazioni più o meno pignole e indispettite. Poi, se nel giorno in cui Giorgia Meloni se ne usciva con Garibaldi – non so se mi spiego, Garibaldi, il rivoluzionario terzomondista, il deputato che si presentava in Parlamento col poncho, la maschera dietro cui si celavano i comunisti alle prime elezioni repubblicane – Sangiuliano abbia estratto Dante dalla manica per sorpassarla a destra.
Infine, se sia a causa dell’essere monarchico o dell’essere cattolico, del sogno della restaurazione dell’impero o della convinzione di un ordine immutabile dell’universo, della passione per un uomo forte come Arrigo VII o delle intemerate contro la degenerazione della Chiesa moderna, che Dante debba rientrare a buon diritto nel pantheon della sinistra.
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La vittoria di Meloni (Simona, non Giorgia) e le parole magiche
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