Dipinto di Charles Gabriel Lemonnier  

Bandiera Bianca

L'AI interrogata sull'Illuminismo finisce per fare scena muta

Antonio Gurrado

Chi teme che la scuola sia alla rovina perché gli studenti copieranno dall’intelligenza artificiale può tranquillizzarsi: in realtà è l’intelligenza artificiale a copiare dagli studenti

Ho interrogato l’intelligenza artificiale. All’inizio, come tutti, è andata abbastanza bene – le avevo chiesto che cos’è l’Illuminismo – anche se la sua risposta era inevitabilmente un po’ scolastica, come uno studente che avesse inghiottito il manuale. I primi guai sono arrivati quando l’ho invitata ad azzardare dei paragoni che necessitassero di un minimo di spirito critico – cosa distingue il ruolo della ragione nell’Illuminismo e nel razionalismo seicentesco? – e lì l’intelligenza artificiale, come qualsiasi studente colto in castagna ma appena appena brillante, ha iniziato a ciurlare nel manico dicendo che fra i due aspetti c’erano somiglianze ma anche differenze. A quel punto, però, sapevo che bastava martellarla. Con una domanda fuori schema – ha senso definire il Seicento età della ragione e l’Illuminismo età della ragionevolezza? – l’intelligenza artificiale si è affrettata ad assecondarmi, come l’ultimo degli studenti lecchini, mettendosi però ad arrancare e confondendosi, dicendomi che il Seicento è il secolo dei lumi mentre il Settecento è l’Illuminismo, salvo poi specificare – di fronte alla mia ben assestata perplessità – che in realtà il termine “Illuminismo” è stato coniato solo nell’Ottocento. Quando però l’ho infilzata con l’ultima banderilla – ma Kant non aveva partecipato al dibattito su “Che cos’è l’Illuminismo” già nel 1784? – il cursore si è messo a lampeggiare inane come le palpebre degli studenti ridotti alla scena muta. Questo perché l’intelligenza artificiale pesca da un database di contenuti puramente manualistico, pappardella che ripete senza riuscire a esercitare il minimo discernimento. Quindi chi teme che la scuola sia alla rovina perché gli studenti copieranno dall’intelligenza artificiale può tranquillizzarsi: in realtà è l’intelligenza artificiale a copiare dagli studenti e, in futuro, gli unici ragazzi sui quali la scuola farà bene a concentrare le proprie forze saranno i pochi che rispondono senza sembrare un chatbot.

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