Bandiera Bianca
Se Beethoven non voleva dedicare il suo brano ad Elisa va bene lo stesso
Pare ci sia un lapsus alle origini del titolo di uno dei più famosi brani di musica classica. Ma se un creativo fa qualcosa, la fa al solo scopo di dare sfogo a un’impellenza interiore. Invece che "Per Elisa" chiamiamola "Per nessuno"
Pare quindi ci sia un lapsus alle origini del titolo di un brano dei più famosi della musica classica: la vecchia detentrice dello spartito manoscritto di Beethoven, all’atto di mostrarlo a uno specialista affinché lo copiasse, aveva in mente la propria nipote e sbadatamente, dettandogli il titolo, si è lasciata sfuggire “Per Elisa”. Questa almeno è la teoria di Norman Lebrecht, studioso britannico il quale non si limita a basarsi sull’assenza risapute di significative Elise dalla biografia del compositore; anzi, arguisce che magari il lapsus fosse indotto, e che la vecchia detentrice dell’originale volesse insufflare nel copista e – per estensione – in tutti noi il sospetto malizioso che Beethoven potesse effettivamente avere scritto il celeberrimo motivo per dedicarlo alla nipotina, nonostante l’evidente incongruenza cronologica.
Non ce l’ha fatta, a quanto pare; il mistero è rimasto e l’interpretazione più diffusa è quella che addossa la responsabilità dell’equivoco alla pessima grafia del genio di Bonn: infelicemente innamorato della baronessa Therese Malfatti, in un impeto di forsennato melodismo avrebbe buttato giù in suo onore la bagatella, così che lo scarabocchio incomprensibile in cima al manoscritto andrebbe piuttosto letto “Per Teresa”. Noi tuttavia viviamo in un secolo cinico e scaltrito abbastanza da sapere che non c’è lapsus né cottarella che tenga, e che sia la vecchia impicciona sia la riottosa baronessa sono ormai trascurabile polvere; e che, se un creativo fa qualcosa, la fa al solo scopo di dare sfogo a un’impellenza interiore, cui il contesto esterno fa da approssimativa giustificazione quando non da mero sfondo. Ragion per cui sarebbe tempo di metter mano al celebre spartito e scriverci ben chiaro l’unico titolo che merita: “Per nessuno”.