(foto LaPresse)

bandiera bianca

È più importante il Rinascimento o Chiara Ferragni finta nuda?

Antonio Gurrado

Quando si parla di musica, di impegno sociale e di cultura si tende sempre di più a smitizzare il passato e valorizzare il presente. La satira di un falso documentario e le ricadute su Sanremo

So che siete distratti da Chiara Ferragni che, per dimostrare di non vergognarsi del proprio corpo, si presenta sul palco dell’Ariston con una tutina che riproduce detto corpo ricoprendolo integralmente. Vi invito tuttavia a spostare, se ci riuscite, per un paio di minuti l’attenzione sui Grammy assegnati l’altra sera, quella in cui Beyoncé ha stabilito il record di premi e tutti i commentatori hanno sottolineato come, nella musica, diventino sempre più importanti i grandi temi, l’impegno sociale, la capacità di ispirare.

Ora, poiché la vera satira riesce ad agire in anticipo sul mondo che deride, da qualche giorno era già in circolazione “Cunk on Earth”, un geniale mockumentary di Netflix (sul Foglio ne ha parlato Mariarosa Mancuso) in cui una giornalista incompetente racconta la storia del mondo annegando negli strafalcioni e ponendo domande agghiaccianti a professori delle migliori università inglesi e americane. A un certo punto, puntata sull’età moderna, chiede a un esperto: “Crede che il Rinascimento sia stato più importante di Beyoncé?”.

 

Con tutta l’educazione, tutto il tatto del caso, l’esperto a mezza bocca risponde di sì e la pseudo-giornalista lo inchioda: vuol dire che il lavoro di vecchi maschi bianchi è superiore a quello di una giovane donna nera? Ecco, quando – da Sanremo ai Grammy – qualcuno esalta la musica, l’arte, la cultura in genere per l’impegno sociale, per la capacità di ispirare, ricordatevi che vi sta invitando a decidere se sia più importante Beyoncé o il Rinascimento, la Venere di Botticelli o Chiara Ferragni finta nuda.