bandiera bianca
C'è chi l'amore lo fa per propaganda
La vera crepa che il sesso ha aperto nell’ultimo mezzo secolo è fra chi ritiene che l’orientamento sessuale sia pratica politica e chi ritiene che sia pratica erotica; fra chi fa del proprio corpo un manifesto e chi ne fa una lettera d’amore
Recensendo la riedizione di “Il corpo lesbico” di Monique Wittig (appena uscita per VandA) Chiara Valerio, sempre illuminante, mette in risalto un dettaglio talmente lampante che mi era sfuggito. Per Monique Wittig, scrive, il lesbismo non è solo un orientamento sessuale ma una pratica politica. È passato mezzo secolo dalla prima pubblicazione del saggio – era il 1973 – e ormai questa politicizzazione del corpo viene data per scontata: dimentichiamo che ha una gestazione ideologica e una data di nascita. Questa teoria è una specie di contrattualismo sessuale, secondo cui i corpi passano dallo stato di natura alla società civile per mezzo di un atto di volizione collettiva e irrevocabile. Penso dunque che ormai la vera suddivisione, l’unico spartiacque sensato in materia, non sia fra omo ed etero né fra cis e trans né fra fluid e, boh, solid. La vera crepa che il sesso ha aperto nell’ultimo mezzo secolo è fra chi ritiene che l’orientamento sessuale sia pratica politica e chi ritiene che sia pratica erotica; fra chi fa del proprio corpo un manifesto e chi ne fa una lettera d’amore (o bigliettino spinto); fra chi fa sesso per propaganda finalizzata al pubblico progresso e chi lo fa per godere, in fin dei conti l’atto egoistico e regressivo per eccellenza. Indagate su questo, la prossima volta che volete portarvi qualcuno a letto.