bandiera bianca
La Svezia del sesso libero era un'illusione
Secondo una ricerca del King's College di Londra è accettabile sì e no per un 40 per cento degli svedesi: meno degli australiani, meno dei canadesi, meno degli inglesi con la loro borsa dell’acqua calda
La Svezia, ve la ricordate la Svezia? Non la nazione vera ma quella Svezia immaginaria che, intorno agli anni Settanta e Ottanta, veniva vagheggiata come terra promessa di diritti avanzatissimi e di sfrenate libertà sessuali. Una Svezia ideale in cui non esisteva scandalo né vergogna, una Svezia traboccante di bionde pronte a soddisfare desideri con naturalezza, una Svezia paradiso terrestre dell’orgasmo permanente effettivo. Bene, il King’s College London ha stabilito quale sia il paese con la mentalità più aperta al mondo, in base alla percentuale di cittadini che considerano accettabili pratiche fra cui il divorzio, l’omosessualità, l’aborto e il sesso libero. E sapete qual è, alla fine? La Svezia, proprio la Svezia che bramiamo e rimpiangiamo dai tempi dei filmetti zozzi guardati di straforo. Ad esempio, il divorzio è ritenuto accettabile da più del 75 per cento degli svedesi; per dire, lo trova accettabile meno di un americano su due e meno di un cinese su quattro. E l’omosessualità? Anche qui gli svedesi si collocano ben sopra il 75 per cento, mentre la Francia (la Francia!) non arriva nemmeno al 50. Anche con l’aborto gli svedesi hanno ampie vedute, attestandosi sempre attorno alla soglia del 75 per cento, il triplo della Germania. Figuratevi che percentuale potrà avere il sesso libero! E invece no, in Svezia il sesso libero è accettabile sì e no per un 40 per cento della popolazione: meno degli australiani, meno dei canadesi, meno degli inglesi con la loro borsa dell’acqua calda. Quindi: o negli anni Settanta e Ottanta ci eravamo un po’ illusi su questi svedesi, ai quali va bene tutto, ma scopare no. Oppure, forse, ritengono di averlo già fatto a sufficienza.