Unsplash

Bandiera bianca

La provincia è per i depressi. La vera città a misura d'uomo è proprio Milano

Antonio Gurrado

Se si reputa caratteristica tipicamente umana lo spendere, lo sprecare e il rischiare, allora il capoluogo lombardo è il luogo migliore in cui vivere. Diversamente ci sono le piccole cittadine dove l'essere umano è ridotto a noia e rattrappimento

A seguito di un errore umano, mi sono trasferito in una cittadina a caso vicino a Milano e, da allora, chiunque mi incontri non dice altro: “Hai fatto bene, a differenza di Milano la cittadina a caso è a misura d’uomo”. Dipende dalla misura o, meglio, dipende dall’uomo. Il sottinteso del complimento è che in questa cittadina, o in una qualsiasi equivalente, si copre il grosso della distanza a piedi, ci si conosce un po’ tutti, c’è un cinema, c’è un teatro, ciascuno ha il bar di fiducia dove bene o male ricasca a scadenze fisse. Si dà in sostanza per scontato che la cittadina debba essere a misura d’uomo depresso, e che lo stato ordinario dell’uomo consista nel rattrappimento, nel terrore del vasto e dell’ignoto; insomma che la natura umana coincida con l’originaria posizione fetale.

 

Su quest’assunto si fondano le critiche a Milano oggi di moda. Se però uno ritiene che la natura dell’uomo non sia il rifugio ma l’esplorazione e la crescita; se ritiene che l’uomo sia per natura portato ad annoiarsi quindi a voler divagare fra stimoli difformi; se si reputa caratteristica tipicamente umana lo spendere, lo sprecare, il rischiare, e che la nostra natura non stia nella conservazione delle origini ma nel pieno sviluppo delle potenzialità, allora vai a vedere che in Italia la città più a misura d’uomo è proprio Milano.