Bandiera Bianca

Leggere Manzoni per debellare la piaga della lettura di Manzoni

Antonio Gurrado

Solo attraverso una lettura manzoniana integrale fra adulti consenzienti ci si può purificare della lettura coatta de “I promessi sposi” in seconda superiore

Leggere Manzoni per debellare la piaga della lettura di Manzoni. Dal 9 al 31 maggio, nel Duomo di Milano, una maratona di lettori anche celebri sta officiando la lettura integrale de “I promessi sposi”; rito occasionato dal centocinquantesimo della morte dell’autore ma che a me sembra rito apotropaico, forse anzi di espiazione. Solo attraverso una lettura manzoniana integrale fra adulti consenzienti, infatti, ci si può purificare della lettura coatta de “I promessi sposi” in seconda superiore, quell’esercizio il cui scopo evidente (frutto dell’ingegno di un qualche ministro leopardiano) è farlo detestare a tutte le generazioni per il resto dei giorni. Solo incontrando “I promessi sposi” per caso, perché si entra in chiesa e qualcuno lo sta declamando a nastro, ci si può far sorprendere da una bellezza che abbiamo inaridito dandola per scontata sin dall’adolescenza. Solo leggendo Manzoni in un contesto solenne ci si può finalmente accorgere che “I promessi sposi” sono il grande romanzo italiano, che merita silenzio e ruminazione, non di venire scandito da professori annoiati davanti ad alunni uno distratto, uno analfabeta, uno che ridacchia chissà perché, uno che sistema la formazione del fantacalcio, uno che si lamenta perché in bagno non c’è mai la carta igienica.
 

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