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Quando gli adulti si misero a obbedire ai ragazzini. Tragicommedia in due atti
I bambini di Milano hanno incontrato alla Fondazione Feltrinelli il sindaco Sala, in occasione del decennale dei Consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze. Le loro richieste e un disastro futuribile
Atto primo, ieri. I bambini di Milano (ma anche di Inveruno, Caronno Pertusella e Locate Triulzi) si radunano alla Fondazione Feltrinelli e lì incontrano il sindaco Sala, in occasione del decennale dei Consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze. Chiedono di essere più coinvolti e presentano una lista di cose da fare: biblioteche comunali sempre aperte, sperimentazioni sulla scuola digitale, soprattutto una svolta sulla mobilità. Nel dettaglio, aumentare i percorsi ciclabili, eliminare i parcheggi abusivi sostituendoli con aree verdi, rendere legali solo le auto elettriche, ampliare i marciapiedi e utilizzarli come vere e proprie isole urbane su cui fermarsi a fare due chiacchiere. Intermezzo. Il tempo passa, il Comune decide di incontrare una delegazione di bambini prima dell’approvazione di ogni progetto per chiedere loro cosa ne pensano, come promesso ieri dall’assessore alla Partecipazione.
Atto secondo, 2053. Uno dei ragazzini di ieri circola da ore per Milano alla ricerca di un parcheggio urgente. Non trova nemmeno un appoggio temporaneo un po’ sghembo perché quelle soste creative così tipiche di Milano sono state abolite; faticosamente avanza fra selve incontrollate scansando biciclette che gli passano ovunque e giganteschi marciapiedi su cui perdigiorno a centinaia tengono intere agorà. Inoltre non può permettersi la Tesla ma solo la Cinquecento, quindi rischia di essere arrestato da un momento all’altro. Esasperato, inizia a picchiare i pugni e il cranio sul volante, domandandosi in lacrime perché, perché trent’anni prima gli adulti si siano messi a obbedire ai ragazzini anziché andare avanti, serenamente, come avevano sempre fatto. Sipario.
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Le incoronazioni costano, scandalizzarsi no
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