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Crocifissi e coccodrilli. L'arte contemporanea dimostra che la teologia è viva
Grazie al coccodrillo imbalsamato esposto da Maurizio Cattelan nel battistero di Cremona, prospera una sorta di teologia popolare che, grazie ai social, vede i cittadini dibattere appassionatamente sulla liceità dell’installazione
Il coccodrillo imbalsamato che Maurizio Cattelan ha esposto nel battistero di Cremona, in occasione della settimana d’arte contemporanea, ha rivelato che la teologia è lungi dall’essere desueta. Si è anzi tradotta in teologia popolare che, grazie ai social, prospera e vede i cremonesi dibattere appassionatamente sulla liceità dell’installazione. I favorevoli sciorinano precedenti, fra cui spicca (fa fede Wikipedia) un coccodrillo imbalsamato che dal Cinquecento penzola nel Santuario delle Grazie a Curtatone, senza che nessuno abbia protestato in mezzo millennio. Molti dei contrari argomentano invece che un corpo morto non possa essere un’opera d’arte, e che non stia bene esporlo in un luogo dove si battezzano vite incipienti. Peccato che sul più bell’altare del battistero troneggi un crocifisso del Trecento. Ma i crocifissi, entrando in chiesa, ormai non li guarda più nessuno; i coccodrilli si notano di più.
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