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Il grande caldo. Gli ultimi dati sulla crisi climatica e due ipotesi allarmanti
I diciottomila italiani morti per il caldo, i danni economici di un climate change ormai fuori controllo, i tre gradi di surriscaldamento. Angosce da lettore
Leggo i giornali e mi agito. Ad esempio, stamane le prime pagine di Repubblica erano monopolizzate dal caldo; non nel senso semplice che fa caldo, ma nel senso che Nature ha quantificato in 61.000 gli europei morti in un anno per le temperature estreme, diciottomila solo in Italia. L’Unione europea ha stimato che il danno economico della crisi climatica si aggiri sui 145 miliardi. I climatologi del Cnr dicono che non ha senso preoccuparsi del limite del grado e mezzo di surriscaldamento, quando in verità ormai andiamo per i tre. L’Organizzazione meteorologica mondiale parla di settimana più calda di sempre. Il segretario dell’Onu ammette che il cambiamento climatico è fuori controllo, quindi stiamo precipitando verso la catastrofe. L’agenzia Italia Meteo si domanda cos’altro debba accadere perché prendiamo atto del problema.
Sono articoli che raccomando a tutti di leggere, anche se causano una certa angoscia. Perché, se sappiamo di essere sull’orlo del baratro e ciò nondimeno non facciamo nulla, vuol dire che o Nature, l’Unione europea, il Cnr, l’Organizzazione meteorologica mondiale, l’Onu e perfino Italia Meteo sono tutti enti con le mani legate, impossibilitati per un motivo o per l’altro a far sì che alle parole seguano fatti, inconcludenti o ridondanti a seconda dei casi. Oppure che, per quanto tutti si prodighino nel contrastare il cambiamento climatico, la natura ha una forza infinitamente superiore che rende vano ogni sforzo. Non so quale ipotesi mi agiti di più.
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