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Anche i concorrenti dei reality vogliono il loro sindacato: insoddisfatti dei partner scelti
Gli ex partecipanti al programma "Matrimonio a prima vista" si sentono sfruttati e danneggiati dalla produzione. Gli unici contro cui dovrebbero appellarsi sono sè stessi
Sacrosanto lo sciopero degli sceneggiatori, vabbe’ quello degli attori, ma adesso pare vogliano costituirsi in sindacato gli appartenenti al sottobosco dell’intrattenimento, gli ex partecipanti al reality show: sono infatti sul piede di guerra i concorrenti dell’edizione anglofona di “Matrimonio a prima vista”. Costoro lamentano di essere stati sfruttati dalla produzione, di essersi sentiti pedine inermi nelle mani degli autori, di essersi ritrovati in una situazione che mai avrebbero preventivato, cioè sposati a uno sconosciuto dopo avere partecipato a una trasmissione che si chiama “Matrimonio a prima vista”. I più oltranzisti lamentano altresì di come il coniuge sia risultato insoddisfacente, cosa che ahimè accade già spesso nei matrimoni meglio combinati, figurarsi quando si decide scientemente di legare il proprio nome a un giochino televisivo che potrebbe altrettanto bene intitolarsi “Matrimonio a cazzo di cane”. È evidente dunque che le istanze dei partecipanti non fanno una piega, e che farebbero bene a intentare una vertenza sindacale coi fiocchi. Contro sé stessi, però.
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