bandiera bianca
Ad un mese dal nubifragio Milano non ha ancora ricevuto nessun aiuto dal governo
Nonostante i danni stimati per oltre 50 milioni di euro il capoluogo lombardo si è dovuto arrangiare da solo. L'Italia come il governo austriaco del 1848
Prendo per buona la notizia così com’è raccontata da Repubblica, attenzione, Repubblica, non una Padania o Indipendente d’antan. A un mese esatto dal nubifragio che ha flagellato Milano, con danni per almeno cinquanta milioni, il governo italiano non ha ancora versato un euro, una lira, un ducato. Nel frattempo i milanesi si sono organizzati e, un po’ con il Comune, un po’ con la Regione, un po’ coi volontari, un po’ con gli straordinari delle municipalizzate, hanno iniziato a riaprire i parchi, a rimettere in sicurezza le scuole, a ripristinare le linee dei mezzi pubblici. Quanto al governo, pare possa risvegliarsi di soprassalto la settimana prossima e proclamare lo stato d’emergenza, magari versando qualche soldino. Mi è chiaro che Milano è molto utile all’Italia per il design e la moda, come hub lavorativo e turistico, per una produttività parossistica dall’industria più pesante all’editoria più frivola; ma, precisamente, a cosa serve l’Italia? Questo curioso esperimento geopolitico è idealmente iniziato proprio a Milano, quando i cittadini insorsero e Carlo Alberto di Savoia decise di sostenerli con un prototipo di esercito nazionale. Era il 1848 e i milanesi protestavano perché il governo austriaco intascava i soldi delle loro tasse e in cambio non restituiva gran che. Adesso è il 2023 e la situazione non sembra particolarmente diversa, se non che alla dominazione austriaca si è sostituita quella italiana. Non si scorgono Carli Alberti all’orizzonte. Poi non stupiamoci se, fra centocinquant’anni, gli storici racconteranno che la nazione, iniziata a Milano, a Milano ha iniziato a finire.