bandiera bianca

Tesoro, mi si è ristretta l'abolizione della povertà

Antonio Gurrado

A cinque anni dall'esultanza di Luigi Di Maio sul balcone di Palazzo Chigi, Grillo ha sventolato dalla sede del M5s una striminzita magliettina per inneggiare al reddito universale

Si è rimpicciolita, ridimensionata, rattrappita l’abolizione della povertà. A cinque anni dal ghigno indemoniato con cui Luigi Di Maio, agitando il pugno ministeriale col sembiante di Anthony Perkins, aveva esultato dal balcone di Palazzo Chigi, onusto di tendaggi e fregi marmorei, ieri Beppe Grillo si è affacciato dal balcone della sede del Movimento 5 Stelle per inneggiare al reddito universale. Prosaico balconcino, incorniciato da persiane asettiche e su cui il Fondatore ed Elevato ha sventolato una striminzita magliettina dotata di scritta in stampatello e inglese, tale che gli osservatori più attenti hanno faticato a comprendere se stesse sconfessando i risultati raggiunti dal suo stesso partito – abolita la povertà, a cosa serve il reddito universale? – oppure stendendo un bucato malriuscito. Certo è che qualcosa stava cercando di dirci, Beppe Grillo, tramite quest’ennesima messinscena: non avrebbe altrimenti l’incarico di occuparsi della comunicazione del M5s, per cui secondo Repubblica guadagna trecentomila euro annui. Forse ci stava comunicando che l’abolizione della povertà si è sì rattrappita, ridimensionata, rimpicciolita, ma non per lui.