Bandiera Bianca
Su Michela Murgia Paolo Truzzu avrebbe fatto meglio a glissare
L'aspirante presidente della Sardegna ha detto che mai intitolerebbe una via alla scrittrice scomparsa. Ma lui può fare ben poco: è solo l'ultima questione di principio su cui cascano i candidati di destra
Con puntualità rassicurante, i candidati di destra cascano nelle trappole di questioni di principio ipotetiche, del tutto campate in aria. Ad esempio, ieri Paolo Truzzu – Fratelli d’Italia, in corsa come governatore della Sardegna – ha detto che mai intitolerebbe una via a Michela Murgia, in quanto personaggio più negativo che positivo. E alé la polemica sui social, l’ondata di indignazione, la costernazione della candidata di sinistra, la rivendicazione della grandezza della scrittrice scomparsa… Fatto sta che la legge prevede che debbano trascorrere dieci anni prima dell’intitolazione, quindi bisogna aspettare come minimo il 2033: siamo sicuri che allora Truzzu sarà ancora presidente della regione? Se anche lo fosse, a lui non spetterebbe né la richiesta di intitolazione né tampoco l’effettiva approvazione, il cui iter passa da ufficio toponomastica, giunta comunale e prefetto. Per queto Truzzu avrebbe fatto meglio a glissare sull’argomento. Anzi, a rispondere che sì, senz’altro, lui è favorevole a intitolare una via a Michela Murgia, come no. Del resto, quanti italiani conoscono la persona cui è intitolata la strada in cui abitano? Citofonate a chi vive in via arcivescovo Calabiana, in piazza Sire Raul, in via Hrand Nazariantz, ma anche solo in viale Nazario Sauro o via Teodorico, e scoprirete che in Italia intitolare una strada significa condannare all’oblio: da noi commemorare è il modo più rapido per dimenticare.
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