Foto GettyImages

Bandiera Bianca

Il discutibile umanesimo messicano di Claudia Sheinbaum

Antonio Gurrado

La premier messicana ha detto che manterrà le politiche del suo predecessore, cercando di ridurre l'incidenza degli omicidi. Ma questa avventura è partita con il piede sbagliato 

C’è l’umanesimo messicano, dice, alla base della trionfale elezione della nuova presidenta, Claudia Sheinbaum, che succede ad Amlo. A quanto ho colto da una trasmissione radiofonica di approfondimento, quest’umanesimo messicano pare consista nell’elargizione di denario a iosa, sulla convinzione che procurarsi un reddito sia un diritto e non un dovere; è il postmoderno sviluppo delle regalie con cui grandi e piccoli sovrani inondavano capricciosamente i sudditi per tenerli buoni, ed è dunque il peggio della signoria travestito da meglio della democrazia.

Del resto anche noi abbiamo avuto il nostro umanesimo messicano, quello che sin dal primo discorso di insediamento Giuseppe Conte chiamava “nuovo umanesimo”, e che in realtà è stato più un umanesimo napoletano: quello in cui chi governa ora incarna Masaniello ora il viceré Ponce de León, e con una mano regala redditi di cittadinanza a chi non lavora mentre con l’altra sovrattassa chi ha l’ardire di combinare alcunché.

Non so dove ci condurrà quest’umanesimo messicano ma, di sicuro, per ora Claudia Sheinbaum è partita col piede sbagliato. Ha annunziato infatti che manterrà le politiche di Amlo salvo impegnarsi a ridurre l’incidenza degli omicidi, che col suo predecessore sono stati centottantamila in cinque anni. Errore da principiante: se si vuole promettere soldi gratis a tutti, un incremento dei morti ammazzati è l’unico modo di risparmiare qualcosa.

Di più su questi argomenti: