Bandiera Bianca
Di Giovanni Tam che placca un ladro a Milano, o dell'inutilità del carcere
I casi di furfanti fermati da privati cittadini stanno diventando sempre più frequenti. Cosa ci dice l'ultimo episodio che ha coinvolto il cestista milanese e che è finito senza denunce
Le notizie di furfanti fermati da privati cittadini sotto vesti più o meno pittoresche stanno diventando sempre più frequenti. A spanne ricordo, nel passato recente, un ladro da spogliatoio bloccato dagli stessi calciatori a Montebelluna, un ladro d’appartamento intercettato da una lanciatrice di giavellotto a Padova, uno scippatore fermato a Roseto degli Abruzzi da Curtis Nwohuocha, promettente cestista di Cantù; e mi sto limitando agli eroismi di atleti.
Perciò non capisco bene in cosa faccia notizia la storia dell’altro scippatore placcato per strada da un altro cestista, Giovanni Tam, a Milano. Forse perché l’intervento è stato effettuato in ciabatte e a torso nudo. Forse perché addosso al ladro è piombata un’intera famiglia di individui alti oltre due metri. Forse perché a Milano si fa tutto meglio che altrove, anche i furti e i placcaggi. O forse perché, dopo averlo intercettato, i giustizieri civili hanno perdonato il ladro, avendo la clemenza di non denunciarlo perché era già stato in galera. Quindi la vera notizia non è che il cestista e la sua famiglia sono buoni. È che perfino chi balza per strada a torso nudo e in ciabatte dà per scontato che il carcere, il più delle volte, non serva a niente.
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