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Bandiera Bianca

La photo opportunity del centrosinistra a Bologna

Antonio Gurrado

La festa dell'Anpi ha riesumato una fallimentare strategia della sinistra italiana, che nel tempo è passata dall'ammirazione per i leader stranieri alle mega coalizione di Romano Prodi. Entrambe non sono durate

Oh santo cielo, vent’anni dopo siamo ancora fermi a Zapatero. Non so se ricordate – eravate giovani, forse non ancora nati – quel momento del 2004 in cui il leader socialista spagnolo vinse a sorpresa le elezioni e la sinistra italiana decise che, per garantirsi un duraturo successo, fosse sufficiente imitarlo. Non fu un successo e non durò. Ciò nondimeno la sinistra italiana ha poi reiterato indefinitamente quella strategia, trasferendo il proprio innamoramento ora a questo ora a quel leader straniero che occasionalmente primeggiava a casa propria, da Obama in giù; la costante restando che ogni volta era stata trovata la chiave, l’idea geniale per vincere le elezioni in Italia. Salvo poi perderle o, nel migliore dei casi, non vincerle.

Forse, come suggeriva Nanni Moretti in un vecchio film, conveniva imitare gli amministratori locali dell’Emilia Romagna. Macché: ora, come racconta Marianna Rizzini sul Foglio di oggi, l’Anpi ha convocato su un palco di Bologna i leader di tutte le forze di sinistra, Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli, Magi e Acerbo (Rifondazione Comunista, esiste ancora), esortandoli a emulare il Fronte popolare che in Francia prova a opporsi all’avanzata lepenista, senza nemmeno sapere ancora se sarà un successo né se durerà. Fatto sta che la photo opportunity di quasi tutti i leader del centrosinistra – mancavano solo Calenda, quelli di Potere al popolo, Pace terra dignità, tre o quattro sigle comuniste, due coccodrilli e un orangutan – per una volta sembra rifarsi non tanto una moda straniera quanto un solido tassello della tradizione italiana: l’Unione di Romano Prodi. Non fu un successo. Non durò.

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