Fumo di sigaretta - foto Getty Images

bandiera bianca

Quanto è bello essere limitati

Antonio Gurrado

Forse è il caso di porre un freno alla nostra smania di volere sempre tutto subito e augurarsi, almeno d’estate, qualche giorno di sensazioni limitatissime.

Io sono felice su Corso Lodi, che nel giro di pochi passi alterna la vivacità ruspante della prima periferia milanese alle avvisaglie della più patinata joie de vivre di Porta Romana. Mi imbevo pertanto di ogni dettaglio in interminabili andirivieni e quasi svengo quando, sulla porta di un tabaccaio, noto la réclame di non so quale sigaretta elettronica che promette “cinque minuti di sensazioni illimitate”. Il mio apparato respiratorio procede ormai così a gonfie vele che, se fumo una sigaretta normale, soffoco, mentre, se ne fumo una elettronica, esplodo; ciò nondimeno cinque minuti di sensazioni illimitate mi terrorizzano più di questa prospettiva pirotecnica. L’uomo è costruito infatti in modo tale da selezionare le sensazioni, eliminandone la gran parte, che siano esteriori o interiori: evitiamo i suoni molesti, gli odori sgradevoli, i sapori ributtanti, le visioni spaventose, i contatti dolorosi (fisicamente), i contatti dolorosi (umanamente), i ricordi traumatici, i sentimenti strazianti, gli istinti raccapriccianti nonché una quantità infinita di informazioni inutili. Tutto tornerebbe a galla se disponessimo di sensazioni illimitate: percepiremmo tutto, patiremmo tutto, non dimenticheremmo nulla e scopriremmo che cinque minuti così sono lunghissimi, senza nemmeno riuscire – temo – a vederne vivi la fine. Forse è il caso di porre un freno alla nostra smania di volere sempre tutto subito e augurarsi, almeno d’estate, qualche giorno di sensazioni limitatissime.

 

Di più su questi argomenti: