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Bandiera bianca

È caccia alla fonte di lunga vita. Ma la soluzione è semplice

Antonio Gurrado

Sui giornali si scandagliano le storie dei più anziani del mondo alla ricerca dei loro miracolosi segreti. Anche se, come forse avrà voluto dire la signora spagnola spentasi ad “appena" 117 anni, l'unico modo per superare il secolo è attendere che ogni persona tossica si levi di torno

È un po’ lugubre la parata di vecchietti che sta venendo sciorinata sui giornali ora che è morta la donna più anziana del mondo, una signora spagnola di 117 anni. È tutto uno scatenarsi alla ricerca della nuova persona più vecchia, che parrebbe essere una signora di 116 di Osaka, mentre il maschietto più anziano del mondo è un centododicenne di Liverpool, la persona più anziana d’Italia sta per compiere 114 anni, eccetera. Il sottinteso è duplice. Da un lato si lascia intuire di prepararsi perché i prossimi saranno loro, come se la morte andasse in ordine di età; dall’altro, si cerca nelle loro vite la radice di quella longevità straordinaria, come ricetta da applicarsi universalmente a un mondo già sovraffollato.

Dovrebbe invece indurre al sospetto la dichiarazione della precedente detentrice del record, la signora spagnola: sono campata 117 anni, ha detto, perché ho evitato le persone tossiche. E giù con la psicologia spicciola secondo cui sapersi scegliere le compagnie farebbe bene al cuore quanto il famoso bicchiere di vino a pranzo o il cruciverba o la pennichella quotidiana. Temo invece possa esserci stato un difetto di traduzione, e che la futura defunta abbia invece voluto intendere: le persone sono tossiche e l’unico modo di evitarle è seppellirle tutte, per godersi almeno un po’ di santa pace. Lei almeno ci ha provato.

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