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Bandiera bianca

Cosa spinge la Cei a difendere l'Italia unita?

Antonio Gurrado

Fatti alla mano, la Chiesa ha raggiunto il picco dello splendore quando l'Italia era divisa in stati e staterelli. Verrebbe da chiedersi cosa spinge la conferenza episcopale a combattere così strenuamente la legge sull'autonomia differenziata, ma la risposta è già sui vangeli: "Porgi l'altra guancia"

Leggendo l’intemerata della Cei contro la legge sull’autonomia differenziata, che metterebbe a rischio la stessa unità dell’Italia, mi sono domandato quali siano stati i vantaggi che la Chiesa ha ricevuto dall’Italia unita, tali da indurla a prendere questa granitica posizione. Ho avanzato alcune ipotesi: la breccia di Porta Pia; l’estensione su tutto il territorio nazionale delle leggi sabaude che sopprimevano gli enti religiosi e facevano incamerare allo Stato i beni ecclesiastici; la statua a Giordano Bruno in Campo de’ Fiori; la persecuzione dell’Azione Cattolica sotto il fascismo; l’abbandono di Pio XII a Roma bombardata, mentre l’ex dittatore, il re e il presidente del consiglio scappavano in direzioni diverse; il divorzio; l’aborto; i cosiddetti cattolici adulti che criticano il Papa da sinistra sui temi che ritiene non negoziabili; i cattolici più infantili, che prima brandiscono il rosario ma poi frignano appena il Papa non è d’accordo con loro; l’irruzione delle forze dell’ordine durante la celebrazione della Messa (ve lo ricordate, il Covid?); una nazione di chiese vuote.

Considerato che, in Italia, la Chiesa ha goduto del massimo splendore nei secoli preunitari, l’unica plausibile spiegazione dell’accanimento episcopale in favore dell’Italia unita è l’adesione al precetto evangelico che esorta a porgere l’altra guancia. Solo che, come diceva il cardinale Biffi, a un certo punto le guance finiscono.

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