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Nudi al museo
Al Mucem, il museo più importante di Marsiglia, una grande mostra sul naturismo ha invitato i visitatori a gironzolare per le sale senza vestiti. Significa dire loro che sono parte della mostra e meritevoli di esposizione. Ma c'è un rischio per il museo
Il Mucem – uno dei luoghi più belli e avveniristici di Marsiglia, una specie di alveare a pelo d’acqua – ha esortato i visitatori a gironzolare nudi per le sale di una mostra dedicata al naturismo. In realtà la trovata non è nuovissima; identica proposta era stata avanzata una ventina d’anni fa da un museo di Vienna, in occasione di una mostra di celebri nudi pittorici. In entrambi i casi la pubblicità è garantita, poiché fa leva su quella vergogna atavica di cui parla la Genesi, quando Adamo ed Eva si nascondono da Dio coprendosi alla bell’e meglio. Credo tuttavia che questa faccenda sia più sottile: se si trattasse soltanto di nudità, avrebbe sortito lo stesso effetto un qualsiasi panificio o ferramenta che avesse invitato i clienti a presentarsi alla cassa in costume adamitico, o evitico. L’invito del museo di Marsiglia, come quello del precedente viennese, mira invece a instaurare fra visitatore e opera in mostra una corrispondenza che li ponga in relazione non frontale ma permeabile. È un po’ come se si fosse invitato il pubblico a presentarsi con la gorgiera a una retrospettiva su El Greco, o a cospargersi di biacca per un’esposizione di sculture classiche. Significa dire al visitatore che egli stesso è parte della mostra e meritevole di esposizione: considerazione lusinghiera per il pubblico, ma rischiosissima per i musei. Il visitatore, scoprendosi opera d’arte, potrebbe convincersi che tanto vale restare a casa a contemplarsi.
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