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La destra e le diverse concezioni di donna e mamma
Qualcuno organizzi un dibattito televisivo tra la consigliera comunale di Milano Deborah Giovanati e la potenziale leader dei Tories Kemi Badenoch: sarebbe un bel test per scoprire quale delle tre direzioni intenda prendere il centrodestra in Europa
Più che il generale Vannacci e Francesca Pascale, credo possa essere utile invitare a un dibattito televisivo Deborah Giovanati e Kemi Badenoch. Debora Giovanati è l’esponente milanese di Forza Italia che ieri, in consiglio comunale, se n’è uscita col paralogismo secondo cui, siccome una madre è donna, allora l’unico modo per essere certi che qualcuno sia donna è che sia madre (è lo stesso principio logico secondo cui, siccome la caffettiera fischia, l’unico modo per essere certi che qualcuno fischi è che sia una caffettiera). Kemi Badenoch ha invece inaugurato la propria candidatura a leader del partito conservatore, nel Regno Unito, con un’infelice considerazione sul fatto che i benefit per la maternità siano eccessivi, e col larvato sospetto che le madri siano delle fannullone che si approfittano della generosità dello Stato.
Ecco, convocherei entrambe in uno studio televisivo e le lascerei a discutere se la donna sia quella creatura che è tale solo in quanto partorisce, oppure se partorisca al solo scopo di beccarsi il congedo parentale e il relativo gruzzoletto. Sarebbe un bel test per scoprire quale delle tre direzioni intenda prendere il centrodestra in Europa: quella in cui la donna è l’angelo del focolare, quella in cui la donna è disposta perfino a far figli pur di non lavorare, o quella in cui, per favore, arriva qualcuno e dice finalmente qualcosa di sensato?
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