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Bandiera Bianca

Non solo Medicina: estendiamo il numero chiuso dilazionato a tutte le facoltà

Antonio Gurrado

Modesta proposta: lasciamo libero qualsiasi studente di iscriversi al corso di laurea che preferisce, ma con una graduatoria in base al profitto da stilare ogni semestre per creare uno sbarramento. Ecco il vero diritto allo studio

Modesta proposta per prevenire che gli studenti universitari siano un fardello ai genitori o al paese. È opinione diffusa che in Italia la figura dello studente universitario stia proliferando in lungo e in largo: in lungo, con il prolungare indefinitamente l’attesa della laurea e dell’incontro con la vita adulta; in largo, con l’aderire a corsi sempre più differenziati e sparpagliati, talora così capillari da lasciar sospettare i malpensanti (non certo me, innocente come un giglio di campo) che siano creati apposta per piazzare più gente in cattedra. Sottopongo dunque umilmente alla pubblica considerazione l’ipotesi di estendere a tutte le facoltà la vagheggiata riforma del numero chiuso dilazionato, appena prevista per Medicina. Si può lasciare libero qualsiasi studente di iscriversi al corso di laurea che preferisce, in quanto esiste il sacrosanto diritto allo studio; tuttavia, a ogni semestre o a ogni anno accademico, va stilata una graduatoria in base al profitto. Tale graduatoria non deve eliminare gli ultimi bensì, semplicemente, stabilire uno sbarramento: se entro il tempo pattuito non è stato svolto un certo numero di esami conseguendo una certa media, lo studente in questione deve cercare la propria strada in un altro corso di laurea; se dopo tre anni lo studente è ancora intento a cercare sé stesso, vuol dire che la sua strada è fuori dall’università, quindi arrivederci. Questo perché esiste il sacrosanto diritto allo studio, che è anche il diritto di studiare senza che il proprio percorso venga zavorrato da lavativi.

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