Foto Ansa

Bandiera Bianca

Perché ci stupiamo se una madre denuncia il figlio?

Antonio Gurrado

A Germagnano, in Piemonte, una donna ha chiamato i carabinieri affinché arrestassero il figlio che l'aveva avvisata di uscire per fare una rapina. Se si stesse meno sui social e più sulle versioni di latino certi comportamenti non ci stupirebbero

Un tempo facevamo le versioni di latino. Oggi invece leggiamo le spigolature che circolano sui social, pertanto siamo più attratti da notizie come quella della madre piemontese che denuncia il figlio uscito un attimo a rapinare il tabaccaio. Ci sembra paradossale perché, nella dittatura delle emozioni cui ci siamo consegnati, diamo per assodato che il compito precipuo dei genitori sia proteggere i figli in ogni caso, e che ogni adulto abbia diritto di crescere avocandosi i diritti del bambino capriccioso. Già ci sorprende quando un genitore rimprovera il figlio – o quanto meno non imbastisce una crociata contro i suoi insegnanti per un cinque e mezzo –, figuriamoci quando solleva la cornetta e avvisa i carabinieri poiché il figlio sta per compiere un reato. E dire che per secoli, forse ancora oggi, siamo stati convinti di essere i legittimi eredi degli antichi romani; ad esempio di Bruto, che disinvoltamente condannò a morte i figli trasgressori della legge, per quanto con tutto il dispiacere dettato dalla comunanza di sangue. È un brano che, prima o poi, al liceo traducevamo tutti. Ma evidentemente abbiamo smesso di fare le versioni di latino.

Di più su questi argomenti: