Calchi n.21 e n.22 dalla Casa del Criptoportico di Pompei (Foto Parco Archeologico di Pompei) 

Bandiera Bianca

I "fratelli di Pompei" che non lo erano e una lezione sulla fratellanza

Antonio Gurrado

Gli esami del Dna eseguiti su alcuni frammenti di scheletro che si trovavano nel sito archeologico dimostrano che quegli uomini morti abbracciati non erano legati da vincoli di parentela. Il senso della scienza e quello dell'umanità

Certo che, alle volte, la scienza è sorprendente nella sua istintiva capacità di non riuscire a capire cosa ci spiega. Prendete il caso dell’abbraccio di Pompei, le due persone strette l’una all’altra in eterno dopo l’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Da tempo li si chiamava “i fratelli di Pompei”, commuovendosi per quell’ultima stretta di fronte alla catastrofe e un attimo prima della fine di tutto. Adesso un esame più accurato, i cui risultati sono stati resi noti dalla rivista Current Biology, ha rivelato che i dati genetici escludono ogni parentela fra i due individui, i quali sarebbero invece dei perfetti estranei. Ciò vale anche per numerosi altri gruppetti di persone abbracciate, di cui si era creduto fino a oggi che fossero legate da vincoli di parentela. Sono probabilmente degli sconosciuti che, quando hanno sentito arrivare la fine della vita propria e altrui, si sono stretti gli uni agli altri per cercare consolazione e per offrirla. Secondo la scienza, gli esami del DNA dimostrano che quegli uomini morti abbracciati non erano fratelli. Secondo me, invece, non c’è migliore dimostrazione del fatto che lo siamo tutti.

 

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