Foto LaPresse

Bandiera bianca

Quel male radicale e istintivo che c'è in ogni bambino

Antonio Gurrado

Siamo cresciuti con l'idea che il mondo sarebbe più pacifico se i grandi della terra si comportassero come bambini. Eppure la cronaca ci restituisce un insegnamento ben più crudele: i più piccoli conservano tutta la violenza e l'intolleranza che poi da grandi cerchiamo di contenere. Nessuno è buono, tanto meno loro

No, non è la decadenza della civiltà e nemmeno l’assenza di controlli di sicurezza, né tampoco lo stato assente, come da refrain del professor Pazzaglia durante il suo immortale, vorticoso monologo in “Così parlò Bellavista”. Non è solo questo: se un bambino di dieci anni pianta un coltello nella gamba di un tredicenne, com’è accaduto ieri a Giugliano, in provincia di Napoli, è perché nell’essere umano è insito un male radicale che solo l’assenza di forza fisica gli impedisce di praticare su vasta scala quando non è ancora adulto.

Intontiti dal mito del buon selvaggio e dell’uomo naturalmente buono che si rovina col passare del tempo, siamo cresciuti dando credito alle parole di Giovanni XXIII sui grandi della terra che avrebbero stretto accordi di pace se solo si fossero comportati come bambini – senza considerare però che quel Papa santo non aveva né figli né nipotini, altrimenti avrebbe avuto tutt’altra idea. Aveva ragione Philip Larkin quando diceva che i bambini sono istintivamente violenti, egoisti, intolleranti, tutte caratteristiche che crescendo cerchiamo di contenere, per quel che è possibile. Aveva ragione Jerry Seinfeld quando diceva che, se i bambini fossero grandi come gli adulti, saremmo tormentati da bande di delinquenti senza scrupoli, pronti a uccidere pur di ottenere dei dolciumi. Aveva ragione William Golding quando ai ragazzini lasciati a sé stessi faceva edificare una società idealmente malefica su un’isola deserta. Aveva ragione il Vangelo, nel suo versetto meno battuto (eppure ripetuto due volte: Marco 10, 18 e Luca 18, 19), in cui è detto chiaro e tondo: “Nessuno è buono”. Nemmeno i bambini, in effetti; tanto meno loro.