Audrey Hepburn in "Colazione da Tiffany" 

bandiera bianca

Uscire presto e andare a letto presto. Dall'Inghilterra arriva una nuova moda (e un dubbio)

Antonio Gurrado

Gli innumerevoli vantaggi (e i nuovi interrogativi) di uscire regolarmente e anche più di prima, andando a bere e scatenandosi a ballare, a patto di tornare a casa massimo alle ventuno, ventuno e trenta

Attenzione, dall’Inghilterra arriva una nuova moda destinata a rivoluzionare la vostra vita mondana: andare a letto presto. Che non è più tuttavia il coricarsi proustiano cui molti di noi sono abituati, il passare la serata in casa con una tazza d’orzo per disprezzo del mondo e poi ficcarsi sotto le lenzuola con un bel romanzo lungo; no, è l’uscire regolarmente e anche più di prima, andando a bere e scatenandosi a ballare, a patto di tornare a casa massimo alle ventuno, ventuno e trenta.

I vantaggi dell’andare a fare balotta di pomeriggio sono innumerevoli. Consente infatti di non rinunciare a uscire per dormire, ma anche di non rinunciare a dormire per uscire, restando in stato semicomatoso per tutta la mattinata successiva. Permette inoltre di mantenere una vita sociale anche alla mia generazione, quella di chi a vent’anni è cresciuto nella convinzione di avere diritto al divertimento ma che ora si sente di morire, se è ancora sveglio quando scocca la mezzanotte.

Soprattutto, però, uscire al pomeriggio, andare a ballare alle quattordici e venti o a ubriacarsi a mezzogiorno e tre quarti, pone di fronte a un interrogativo che evidentemente non era mai venuto in mente a nessuno: se uscire a divertirsi prima del tramonto era così bello, perché finora abbiamo passato le giornate a lavorare?